Antonio Bertoli – Psicogenealogia

c4bf348917358e537c447202737ba7ff_medium
Anche in questo caso è davvero difficile descrivere quanto preziosa e insolita possa essere l’esperienza di chi frequenta i corsi di psicogenealogia di Antonio Bertoli.

Amico di Jodorowsky, ne ripercorre in parte le orme adattandole al proprio lavoro in modo davvero originale ed efficace.

Un corso di psicogenealogia non è una cosa che s’improvvisa, né fra quelle che è possibile ritrasmettere ai propri familiari davanti a una tazza di té. Se è possibile con qualche sforzo far comprendere almeno in parte cos’è la Comunicazione Ecologica Integrata attraverso il racconto delle proprie esperienze ai corsi, in questo caso ciò risulta impossibile a causa della complessità del terreno da analizzare.

In linea di principio possiamo dire che le qualità e la personalità di un essere umano non dipendono solo dai suoi geni e dall’ambiente nel quale si sviluppa. Un peso forse maggiore ce l’ha ciò che viene veicolato ed espresso dall’inconscio delle persone di generazione in generazione.

In altre parole, le caratteristiche di spicco di ciascuno e gli atteggiamenti e le emozioni legate ai traumi che abbiamo vissuto, si trasmettono inevitabilmente alle persone che vivono intorno a noi. Che vengano accettate o rifiutate non ha alcuna importanza: di fatto queste persone “vivono” inconsapevolmente le nostre emozioni e a loro volta le ritrasmettono, nello spazio e nel tempo, a coloro ai quali capita di trascorrere insieme a loro parte della propria esistenza.

Di conseguenza accade, ed accade sempre, che tutti noi si sia il frutto di un’evoluzione lunghissima e di una trasmissione di qualità non solo in forma biologica, ma anche psichica.

Esistono principi molto ben delineati da Anne Ancelin Schutzenberger, ideatrice di questo metodo. Non essendo assolutamente un esperto, e poiché è trascorso del tempo da quando ebbi la mia unica esperienza in questo senso, sono in grado di riportare solo uno di tali principi, secondo il quale queste caratteristiche di spicco e queste emozioni “forti”, che si manifestano quasi sempre sotto forma di automatismi comportamentali, si tramandano alternativamente di generazione in generazione: una sì, una no, una sì, una no.

Ecco forse una spiegazione del perché si dice spesso che i ragazzi somigliano ai nonni.

Queste condizioni sono capaci di perpetuarsi indefinitamente attraverso le generazioni finché, ad un certo punto, un preciso individuo acquisisce un grado di consapevolezza tale da interrompere volontariamente il micidiale ripetersi di questi meccanismi, che a mio avviso vengono anche alimentati da quelli che ciascuno di noi sviluppa in tenera età per difendersi dall’ambiente (secondo l’antichissimo metodo dell’enneagramma, questi sono di nove tipi diversi).

Continuando a costruire ipotesi che ritengo valide in base alla mia personale esperienza (senza pretendere di riportare insegnamenti che non ho assolutamente acquisito), mi viene facile pensare che di occasioni capaci di interrompere queste scomode ricorrenze ne esistano altre.

Immagino quante domande e perplessità possano vagare in questo momento nella tua mente e subito ti dico che per analizzare e decifrare il pout pourri spazio-temporale di una qualsiasi famiglia ci vuole Antonio (è l’unico che conosca, ed è davvero bravo). Per quanto si possa studiare, per quanto bene ci si possa informare, se anche si giungesse a capire i meccanismi che hanno condizionato il nostro albero genealogico e noi stessi, saremmo solo a metà dell’opera: non avremmo un rimedio.

Invece il rimedio c’è, è quello che inventò Jodorowsky: l’atto magico, l’unico linguaggio che il nostro inconscio sia in grado di comprendere, l’unico che possa veramente, radicalmente cambiare la nostra vita.

antonio0Ai corsi di psicogenealogia si arriva con tutte le informazioni possibili sul passato nostro e della nostra famiglia: malattie, eventi di rilievo, problemi fisici, ricorrenze, stranezze e qualunque cosa si ritenga degna di nota.

Sulla base di questi dati, Antonio costruisce graficamente l’albero genealogico della nostra famiglia, ne individua i meccanismi e li espone dandoci poi anche “la cura”, gli atti magici, le stranezze che guariranno il nostro inconscio e ci porteranno a una nuova esistenza.

Non è semplice come inghiottire una medicina: anche in questo caso, autoriprogrammarsi richiede volontà… molta volontà. Gli atti magici che Antonio ci “prescrive” sono mirati a guarire il nostro inconscio, perciò è naturale che porli in atto risulti impresa semplice per gli astanti, ma ardua, arduissima per il diretto interessato.

Tuttavia, in perfetta sintonia con lo spirito giocoso e anticonvenzionale di Jodorowsky, se si ha il coraggio di tirarsi su le maniche e di osservarsi dall’esterno della nostra gabbia mentale, il divertimento non mancherà, e nemmeno la profondissima soddisfazione di avercela fatta in modo essenziale, semplice ed estremamente divertente.

Non aggiungo altro, rischierei di lasciare impressioni imprecise e controproducenti.

Ti dico solo che questa è un’esperienza da veri arieti: due giorni di corso, poi compiti durissimi e divertentissimi da fare a casa (una sola volta, niente ripetizioni) e poi… la luce!

Francesco Pandolfi Balbi
Latest posts by Francesco Pandolfi Balbi (see all)

46 risposte a Antonio Bertoli – Psicogenealogia

La nostra attività prosegue su
Will.ReBorn

Vieni a visitarci!