Comunicare bene per vivere al meglio

Nell’immensa Babele della nostra società è ancora possibile farlo

Qualsiasi forma di comunicazione ha bisogno, per essere efficiente, di almeno due elementi: l’utilizzo di un protocollo comune (per esempio: dare lo stesso significato alle parole) e l’assenza di disturbi (esempio: il rumore presente intorno a noi).

Sembrano cose scontate ma non lo sono, tant’è che la maggior parte dei nostri tentativi d’interagire con il prossimo incontra una serie di difficoltà che molto spesso generano delusioni, ferite e, di conseguenza, la riluttanza a tentare ancora.

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Una torta per consolarsi

Cosa pensano gli scienziati del cibo-rifugio? Anno di pubblicazione: 2000 – © di Francesco Pandolfi

Leggo su una rivista che mangiare zuccheri e carboidrati innalza nel cervello il livello di serotonina, un ormone che svolge innumerevoli funzioni fra le quali quella antidepressiva.

Secondo la biochimica, quindi, mangiare un dolce produce inevitabilmente una sensazione di benessere.

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Ti metto la mano in mezzo alle cosce. E’ solo per vedere se ci stai

La nuova era delle avances.

Anno di pubblicazione: 2000 – © di Francesco Pandolfi Balbi

Anche se i tempi in cui eri costretto a fare i salti mortali per uscire con una ragazza, ahimé, sono finiti, capita a volte che anche il solo sorridere venga interpretato nel peggiore dei modi.

Va be’, il mondo è pieno di psicopatici che scorazzano liberamente per le strade di casa nostra… ma che ne è della galante spontaneità del sorriso? Che ne è della capacità di leggere l’animo delle persone dallo sguardo e dal modo di fare? Non mi dite che è una chimera, perché se solo si è disposti a fidarsi di se stessi e ad aggiustare il tiro, questa facoltà può essere un’ottima assistente nel lungo e difficoltoso viaggio della vita.

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In ginocchio fino a diciott’anni

Qualche riflessione (da non prendere assolutamente in considerazione) sulla riforma della scuola

Anno di pubblicazione: 2002 – © di Balbi

Il nuovo rivoluzionario progetto di legge prevede un prolungamento di 4-5 anni della scuola dell’obbligo. Un passo avanti? A me sembra, piuttosto, un’ulteriore pietra miliare sulla via del pieno controllo delle masse.

La nostra esistenza è disseminata di più obblighi di quanti crediamo, la maggior parte dei quali, a pensarci bene, non sembrano nati tanto per utilità sociale, quanto per sostenere l’eterno giochetto del turare le falle del nostro sistema-colabrodo qua e là. Se poi ogni tanto qualche furbino ci guadagna qualcosa alle spalle dei molti ignari… chi se ne frega? Il guaio comincia quando l’eccezione diventa vizio e il vizio si trasforma in regola. Allora son dolori, conviene che i molti ignari comincino a curare di più i propri interessi.

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