Possiamo sapere chi siamo e da dove veniamo! – Zecharia Sitchin

Zecharia Sitchin e i suoi studi polverizzano il velo di silenzio sul passato dell’umanità

Oggi vorrei introdurvi ad una realtà veramente insolita – se osservata con l’ottica dell’uomo comune – ma a mio avviso degna della massima attenzione da parte dalla compagine degli attenti e onesti ricercatori. Si tratta del lavoro di Zecharia Sitchin, notoriamente il massimo e indiscusso esperto mondiale della storia e del linguaggio della civiltà sumera. Dall’attenta lettura dei suoi lavori, superata l’iniziale incredulità, emerge un quadro delle nostre origini veramente affascinante che presenta struttura, organicità e vastità tali da creare nella mente del lettore un felice sgomento. Stiamo parlando di un’ipotesi che getta nuova luce sui misteri del passato remoto e li presenta dipingendo una quadro nitidissimo. L’analisi delle divinità venerate durante la storia dalle diverse culture del passato delinea un unico filo conduttore che a mio avviso combacia perfettamente con quanto risulta dal lavoro di Sitchin.

Si è a lungo parlato, quasi sempre a sproposito, del decimo pianeta e delle catastrofi che starebbe per condurre nella nostra vita. Molti hanno terrorizzato il mondo con l’annuncio di date che avrebbero dovuto segnare la comparsa nei cieli di questo gigante delle galassie, foriero di morte e di sventura per certi, di speranza e rinnovamento per altri. Per una volta queste profezie spicciole (presentate per lo più in modo ridicolmente sommario e nevroticamente acritico) traggono origine da un lavoro eccellente, quello di Sitchin, che mette d’accordo archeologia, antropologia, astrofisica, biologia e moltissime altre branche della scienza.

Riassumere in poche parole questo quadro, avente per base un intero sistema solare e per altezza la bellezza di 443.000 anni di storia (dal 443.000 al 200 a.C.), sarebbe un tentativo ridicolmente controproducente.

Mi limito perciò a citare le parole dell’introduzione al testo “Il libro perduto del dio Enki” di Zecharia Sitchin, edizioni Piemme, nella speranza che un seme possa superare le barriere della mente ed attecchire nella parte più recondita di chi legge, così da avviare un processo di approfondimento.

“Tavolette d’argilla in sumerico e accadico, biblioteche dei templi assiri e babilonesi, miti egizi, ittiti e cananiti, unitamente alle narrazioni bibliche, rappresentano il corpo centrale delle memorie trascritte dei legami degli uomini e degli dèi. Per la prima volta questo materiale disperso e frammentario è stato raccolto da Zecharia Sitchin, che lo ha usato per ricreare il racconto del testimone oculare Enki: le memorie autobiografiche e le profezie lungimiranti di un dio extraterrestre. (…)

Eruditi e teologi riconoscono oggi che i racconti biblici della Creazione, di Adamo ed Eva, del Giardino dell’Eden, del Diluvio Universale, della Torre di Babele, si basano tutti, indistintamente, su testi redatti millenni prima in Mesopotamia in particolar modo dai Sumeri, e tutti, indistintamente, citano in maniera esplicita gli scritti degli Annunaki (“Coloro che dal Cielo Scesero sulla Terra”) – gli “dèi” dell’antichità – quale fonte delle loro conoscenze. Molti degli eventi citati risalgono a un’epoca precedente l’inizio della civiltà stessa, antecedente persino l’esistenza dell’Umanità.

Dopo un secolo e mezzo di scoperte archeologiche compiute fra le rovine delle antiche civiltà, in particolar modo nel Vicino Oriente, sono venuti alla luce molti di questi primi testi; le scoperte hanno anche rivelato l’importanza dei testi mancanti – i cosiddetti libri perduti – citati negli scritti o da essi dedotti, oppure a noi noti grazie alla catalogazione delle biblioteche reali o dei templi. Talvolta i “segreti degli dèi” furono parzialmente rivelati in racconti epici, come l’Epica di Gilgamesh, che narra della discussione fra gli dèi sfociata poi nella decisione di lasciar perire l’Umanità nel Diluvio, o in Atra Hasis, che rievoca l’ammutinamento degli Annunaki, sfruttati nelle miniere d’oro: proprio questo episodio portò alla creazione dei lavoratori primitivi, i Terrestri. (…) …verso il 270 a.C., il secondo re Tolomeo incaricò un sacerdote egizio – chiamato Manetone dai Greci – di scrivere la storia e la preistoria dell’Egitto.

Dapprima, scrisse Manetone, solo gli dèi vi regnarono, poi i semidèi e infine, verso il 3.100 a.C., ebbero inizio le dinastie faraoniche. I regni divini, scrisse, iniziarono 10.000 anni prima del diluvio (datato all’11.000 circa a.C.) e continuarono per migliaia di anni dopo, periodo che fu testimone di battaglie e di guerre fra gli dèi. (…) Nei domini asiatici di Alessandro (…) venne fatto un tentativo analogo per offrire ai saggi greci una cronistoria degli avvenimenti. (…) L’aspetto singolare è che entrambe le narrazioni – molto simili fra di loro – rivelano particolari complementari.

(…) Si sa inoltre che i Sumeri furono i primi a redigere gli annali e a mettere per iscritto i racconti di dèi e uomini, grazie ai quali tutti gli altri popoli,compresi gli Ebrei, ereditarono i racconti della Creazione, di Adamo ed Eva, di Caino e Abele, del Diluvio, della Torre di Babele; come pure degli amori e delle guerre degli dèi, così come riportato negli scritti e nelle raccolte di Greci, Ittiti, Cananiti, Persiani e Indoeuropei. Come testimoniano tutti gli altri scritti, essi attinsero a fonti ancora più antiche delle loro. (…) L’abbondanza di questi primi scritti è sorprendente: nelle rovine del Vicino Oriente sono state scoperte non migliaia, bensì decine di migliaia di tavolette di argilla.”

Ai miti elencati nell’introduzione appena letta aggiungerei la distruzione di Sodoma e Gomorra, l’inspiegabile e improvvisa comparsa dell’Homo Sapiens Sapiens sulla scena della vita terrestre, l’origine dell’umana bramosia dell’oro, il rito della circoncisione, l’astrologia, Abramo, il nostro stesso Dio e quelli di quasi tutte le religioni conosciute, le piramidi, le civiltà precolombiane, Stonehenge e innumerevoli altri miti, leggende, domande senza risposta, dottrine, religioni e molto altro ancora.

Mi fermo qui, ben consapevole del rischio di pregiudicare – nel continuare a fornire elementi scoordinati e incoerenti – l’immagine che potreste farvi in futuro affrontando la cosa con la serietà del ricercatore. Sono sicuro che queste parole potranno suscitare scetticismo e, forse, anche un moto di rifiuto. Tuttavia io questa strada la sto seguendo con l’entusiasmo autentico che sorge dalla riscoperta delle mie origini e, pur scettico per natura, paladino della verità e scrupoloso nemico dell’illusione, sono convinto della veridicità del quadro generale descritto da Sitchin.

Rimane, ovviamente, il sano dubbio. Ora, se sentite che quanto ho appena letto crea dentro di voi un moto di curiosità… astenetevi, vi prego, dal seguire i pregiudizi della mente e promettetele di nutrirla molto presto attraverso la lettura dei libri che consiglierò appena un po’ più avanti.

Leggere le pubblicazioni di Sitchin, anche se il primo quarto dei testi è a volte monotono in quanto propedeutico, è decisamente piacevole. Sono pressoché certo che, se ci si avventurerà in questa lunga ed entusiasmante riscoperta, anche la mente accetterà una visuale così insolita perché, strada facendo, si renderà conto di assorbire un balsamo, un nutrimento inaspettato che consiste in una miriade di informazioni congrue e profondamente convincenti sulla natura dell’Uomo e di questo pianeta.

Questo l’ordine cronologico dei libri che consiglio di leggere: – Il pianeta degli dèi – Z. Sitchin – Ed. Piemme – Il codice del cosmo – Z. Sitchin – Ed. Piemme – Il libro perduto del dio Enki – Z. Sitchin – Ed. Piemme (Traduzione dal sumero delle tavolette incise per conto del primo Anunnaki giunto sulla Terra.) – La Genesi – Z. Sitchin – Ed. Jackson – Difficile trovarlo, ancora disponibile presso www.macrolibrarsi.it. (Analisi astrofisica del sistema solare sulla base delle testimonianze di origine sumera. Interessantissima.) – Guerre atomiche al tempo degli dèi – Z. Sitchin – Ed. Piemme – Il mistero della genesi delle antiche civiltà – Alan Alford – Ed. Newton Compton (completa la visione di Sitchin allacciandola a numerose branche della scienza e, in alcuni elementi, la corregge.) Una delle domande di tutti i tempi – Da dove veniamo? – sta finalmente ottenendo risposte esaurienti. Che la curiosità e l’entusiasmo scaldino per sempre i nostri cuori.

 

Francesco Pandolfi Balbi
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