Irlanda del sud, terra dal sapore di donna
Quando la realtà supera il sogno.
Soprattutto per chi ama la solitudine
Anno di pubblicazione: 2000 – © di Francesco Pandolfi Balbi
Una musica di colori affascina l’anima che vive il paesaggio irlandese, un canto d’immagini che sconfinano oltre ogni immaginaria bellezza.
Irlanda: terra antica e misteriosa, la patria dei druidi, della magia, quella magia che oggi vive più che mai, semplicemente, nei paesaggi, nei pascoli sterminati, nei paesi silenziosi.
Se esiste poesia su questa Terra, non ho dubbi che viva in una delle sue forme più eccelse proprio là, dove il cielo è più delicato e i colori dei fiori e del paesaggio sono talmente intensi da disorientare per tanta bellezza.
Purtroppo le emozioni non siamo granché capaci di descriverle; anche il più bravo di noi in tal senso ha il suo bel da fare. Questo ci rende davvero unici, apparentemente rinchiusi dentro noi stessi.
Ma un punto d’unione esiste da sempre: nella natura ognuno può ritrovare se stesso, i propri componenti più antichi e, attraverso questi, il mondo intero. La natura è colei che parla una lingua universale e al tempo stesso diversa a ogni orecchio che vi presti attenzione.
Chiunque viva dentro di sé la poesia non stenterà a riconoscerla: in quella terra essa proclama a gran voce i suoi versi. Eppure, non si sa come, ciò che giunge nell’anima è il più delicato dei sussurri.
Gli Irlandesi tutto questo ce l’hanno nel sangue, magari non ci fanno nemmeno più caso. Se sapessero cosa può provare un italiano sfinito, stanco del rumore, del caos, della calura, degli odori a volte sgradevoli della propria terra!
L’anima respira in modo diverso fin dall’arrivo all’aeroporto, ed è un vero spasso noleggiare un’auto e cercare di cavarsela in un mondo di strade dove tutto è alla rovescia. Dublino costituisce una dura prova in questo senso, ma appena fuori dalla città ci si può rilassare: la vacanza inizia alle porte della magia.
In tutta l’isola ciò che risalta subito è la profondità con la quale il tempo riesce a farsi percepire. Una forma di rispetto per il passato molto profonda dipinge ogni scorcio con pennellate uniche. Non posso descrivere qui tutte le bellezze che ricordo, mi limiterò a elencarle: ovunque ruderi maestosi, chiese a cielo aperto e torri antichissime circondate da cimiteri colmi di verde; ovunque prati sconfinati, castelli vecchi e nuovi con giardini immensi; ovunque pecore e corvi reali. Sono milioni. Ovunque un silenzio delicato, mai opprimente, colorato da sussurri lontani; ovunque case talmente belle e delicate da far credere di essere finiti nel paese delle fate: sono colorate, hanno il tetto di paglia, profumano di fuliggine e di quella semplicità che ormai molti di noi fanno fatica a ricordare.
E le persone… poco più di tre milioni e mezzo in tutta l’isola, novecentomila nella sola Dublino.
Sono vere, ma non lo sembrano; ci vuole tempo per abituarsi alla loro gioia, alla semplicità e all’umiltà con le quali si presentano e cominciano a chiacchierare in una lingua così stretta, quell’inglese nel quale ogni “u” si pronuncia proprio così, “U”.
Ricordo che un giorno, uscendo da una delle moltissime zone pressoché disabitate, un signore che stava dipingendo di un blu intenso la facciata anteriore della sua casa ci vide arrivare in macchina, posò il pennello nel secchio e per salutarci allegramente per poco non cadde dalla scala alta sei metri.
Sono cose che dove vivo io non mi pare proprio che accadano.
Quest’estate non me ne chiederò il perché, mi limiterò a tornarmene in Irlanda.
Piccole indicazioni
Una macchina a nolo, pernottamenti e abbondanti colazioni inglesi nei “bed & breakfast” sono un ottimo modo di viaggiare.
Fatelo liberamente, senza percorsi prestabiliti; non è rara la voglia di fermarsi a lungo in certi luoghi.
Tipiche sono anche le vacanze in bicicletta, in carrozza, a cavallo.
Il periodo dell’anno più propizio: giugno.
Comprate una cartina dell’isola: le meraviglie da vedere sono innumerevoli. Non dimenticate i dolmen e i menhir, tralascerei le grotte. Non perdete il Connemara.
Un consiglio: portate più soldi di quanti vorreste spenderne!
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