Intelligenza e razionalità: facciamo ordine

Un semplice paragone: uomo e computer

Anno di pubblicazione: 2000 – © di Francesco Pandolfi Balbi

Visto che fra questi due termini si è sempre fatta confusione, mi permetto d’introdurre qualche concetto che spesso mi ha aiutato a risolvere i miei problemi.

Per aiutarmi nell’esposizione introdurrò un semplice paragone: quello fra l’uomo e il computer, una delle tante cose create a nostra immagine.

Per “razionalità” mi sento abbastanza tranquillo nell’intendere l’umana capacità di calcolare; è un po’ quello che fa il computer quando esegue operazioni basandosi sulle istruzioni di un programma.

Questa funzione è resa possibile dalla presenza di un sistema operativo (le basi del ragionamento, quelle che sviluppammo fin da neonati sulla base di una conoscenza empirica della realtà, e che poi potenziammo a scuola e in tutti gli altri momenti istruttivi della vita) inserito in una struttura hardware (il cervello).

Se osserviamo il mondo informatico e procediamo per analogia, giungeremo inevitabilmente alla conclusione che il buon funzionamento di questo sistema non dipende tanto dalla qualità della macchina (il cervello, che al massimo può comportare, in senso negativo, un rallentamento dell’operatività, non il raggiungimento di conclusioni errate), ma da quella del sistema operativo impiantatovi.

In altre parole, più le abilità di confronto delle esperienze sono evolute, maggiore è la nostra capacità di progredire e di farlo piacevolmente: “il sistema respira meglio”, non essendo appesantito da “bachi”, elementi in disarmonia con l’insieme o funzionalità eccessivamente macchinose.

Diventa quindi di prioritaria importanza la ricerca di schemi di calcolo sempre migliori, una pratica che troppo spesso abbandoniamo nella credenza di essere maturi.

Qui sta la novità: non saremo mai “troppo maturi”, perché la vita evolve continuamente, e noi dovremo farlo insieme a lei per migliorare la nostra condizione interna attraverso l’acquisizione di nuove capacità, sviluppate a volte anche all’esterno, da altre persone. Per questo motivo il confronto onesto, quello che ha come obiettivo la comprensione e non la difesa del proprio ego, è il primo dei nostri doveri e potrebbe essere il più importante dei nostri piaceri.

Il famoso enunciato: “Tutto si trasforma, nulla si distrugge” va integrato con le parole seguenti: “… e nulla rimane fermo”.

Nello stesso tempo è importante che ognuno di noi continui a desiderare di crescere perché, se nessuno lo facesse, il progresso e il miglioramento non esisterebbero ed in breve si giungerebbe all’annientamento della nostra razza.

E’ quindi importante che ciascuno di noi cancelli continuamente le opinioni che si formano nella propria mente (ovvero, ripulisca il disco fisso) per crearne di nuove e più efficaci con mente sgombra, in modo da poterle donare all’esterno e alimentare, quindi, il progresso comune.

A volte, e non accade certo di rado, qualcosa che si sta formando all’esterno (nella mente o nella vita altrui) e potrebbe giovarci ha bisogno, per concretizzarsi, di un elemento che noi stessi stiamo per produrre. Ecco, quindi, che il gioco di squadra conta, eccome!

In sintesi: più il sistema produce nuovi schemi automigliorandosi, più li comunica all’esterno e da qui ne acquisisce di nuovi, meglio funzionerà. Questa è l’origine del vero piacere di vivere.

Ma chi è che decide tutto, se la razionalità non è altro che la nostra capacità di calcolo?

Risposta: l’intelligenza, ovvero l’operatore che batte sulla tastiera del computer della nostra mente.

Chi è l’operatore? Noi, ovviamente, la nostra essenza più fresca e vitale, quella libera dai legami del nostro ego, dai presupposti, dai condizionamenti esterni e, quindi, dalla paura. Noi non siamo un cervello che pensa, siamo lo spirito che cerca nuove soluzioni, che sa sempre quale nuovo programma inserire nel computer per farlo funzionare meglio e quali sono i dati che è importante elaborare. In un certo senso, quindi, siamo o dovremmo essere i creatori del nostro universo interiore, l’unico nel quale sia realmente possibile vivere e l’unico nel quale, volenti o nolenti, ognuno di noi cresce o vegeta.

Quante volte la nostra mente fa il proprio comodo? Quante volte ci costringe con pensieri sgradevoli o inconcludenti? La maggior parte della giornata se ne va così. Se torneremo a decidere, se rivaluteremo l’obiettivo di sviluppare al meglio noi stessi e, quindi, indirettamente anche quanto ci circonda (noi e gli altri non siamo altro che un’Internet molto più potente e caotica di quella conosciuta), il piacere e l’appagamento torneranno da soli.

Dentro di noi abbiamo enormi capacità creative ancora inutilizzate; basta cercarle, capire come funzionano e farle funzionare… non è più difficile di questo.

Come procedere? Individuando e rivalutando i nostri veri obiettivi con un minimo di distacco da noi stessi e dalle paure che generano le speranze più sterili, esaminando pensieri scontati e abitudini, una a una, selezionandole e verificandone la validità nell’ambito di quello che siamo e che vogliamo diventare.

E poi?

E poi, una volta che ci siamo fatti a pezzettini analizzando anche il componente più piccolo di noi stessi, e che ne avremo compreso la natura e il funzionamento, saliamo più su, otteniamo una visione d’insieme e iniziamo a mettere d’accordo ogni nostro componente con tutti gli altri in funzione degli obiettivi che vogliamo raggiungere, il primo dei quali dovrebbe essere l’armonia con quanto ci circonda, perché solo così si può veramente mirare in alto.

Non esistono, dentro di noi, elementi buoni e cattivi, questo è ciò che taluni potenti vogliono farci credere per impegnare a vita le nostre capacità in un “loop” inconcludente. Piuttosto esiste un insieme di strumenti potentissimi che occorre solo capire e coordinare per farli lavorare al meglio, in armonia.

Stai vivendo un conflitto fra la ragione e l’istinto? E’ il caso più frequente. Occorre comprendere la natura di entrambi, individuarne valori e obiettivi, smettere di considerarli come elementi eternamente in conflitto tra loro e coordinarne, invece, l’operato. Tutto ciò che siamo ha una ragione d’essere, una sua utilità… anche la rabbia, anche la sessualità, se vissute nel modo e al momento opportuno.

Riscopriamo la nostra natura, e la vita rifiorirà.

Francesco Pandolfi Balbi
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