In ginocchio fino a diciott’anni
Qualche riflessione (da non prendere assolutamente in considerazione) sulla riforma della scuola
Anno di pubblicazione: 2002 – © di Balbi
Il nuovo rivoluzionario progetto di legge prevede un prolungamento di 4-5 anni della scuola dell’obbligo. Un passo avanti? A me sembra, piuttosto, un’ulteriore pietra miliare sulla via del pieno controllo delle masse.
La nostra esistenza è disseminata di più obblighi di quanti crediamo, la maggior parte dei quali, a pensarci bene, non sembrano nati tanto per utilità sociale, quanto per sostenere l’eterno giochetto del turare le falle del nostro sistema-colabrodo qua e là. Se poi ogni tanto qualche furbino ci guadagna qualcosa alle spalle dei molti ignari… chi se ne frega? Il guaio comincia quando l’eccezione diventa vizio e il vizio si trasforma in regola. Allora son dolori, conviene che i molti ignari comincino a curare di più i propri interessi.
Ma dove voglio arrivare? Sempre lì: non ascoltate quello che le persone dicono, osservate quello che fanno e traetene le dovute impressioni. Perché dico impressioni e non conclusioni? Perché una persona equilibrata non conclude mai un ragionamento, piuttosto lo arricchisce continuamente raccogliendo fotogrammi di realtà: impressioni, appunto. Non esiste una fine, solo un eterno divenire.
So di essere abbastanza criptico, oggi, quindi vi farò una lezioncina di storia della quale non fregherà niente a nessuno: l’esperienza veramente dura della mia vita, il lavoro più massacrante che ricordi (e di mestieri ne ho fatti tanti), è stato quello dello studente. Non ero una schiappa, non ero nemmeno un mostro di bravura; il mio motto era: massimo rendimento col minor sforzo possibile. Così mi ritrovavo sul letto con un libro di elettrotecnica (che adoravo) da una parte, un Topolino dall’altra e il megavolume di storia relegato sul pavimento.
Storia… era il mio cruccio: nomi e date senza senso esposti in modo oltraggioso per l’umana intelligenza. Il mio studio consisteva nel leggere i titoli dei paragrafi. E geografia? Alle interrogazioni ripetevo sempre la stessa manfrina: vengono prodotti cereali, ortaggi, ci sono le industrie siderurgiche… Funzionava: anche se non mi elevava certo nella cerchia elitaria della classe, il 6= lo strappavo quasi sempre.
Che pena! E’ questa la massima espressione dell’intelligenza umana? E’ a questo che ci preparano, a scuola? Sono in molti a dirlo: la scuola è maestra di vita, t’insegna a stare al mondo. Punto e a capo, altro non ti dà.
L’unico anno nel quale amai i racconti del nostro passato fu in quarto liceo, quando l’insegnante di filosofia ci diede un’infarinata di storiografia. Era eccitante sapere chi erano e come vivevano la propria semplice vita gli sconosciuti di un tempo, quelli che la storia la fecero sul serio! Chi se ne frega di quando è morto Napoleone? Chi se ne frega di chi era il figlio di Carlo V? Come dire: i nostri politici sono quelli che contano; loro fanno la storia, ma cosa sarebbero senza di noi?
Ma perché qualcuno non pensa davvero a raccontarla, a romanzarla, la storia? Se l’uomo non si diverte, non apprende, questo lo sanno anche i Fichi d’India. Solo chi si prende troppo sul serio non lo ricorda più. Peccato che siano proprio queste persone a tenere in mano il futuro dei nostri figli!
Basterebbe aggiungere quello che hanno tolto: la personalità dei personaggi – quella personalità che invece in noi bramano tanto uccidere – e un pizzico d’innocua fantasia… anche questa dovrebbe essere insegnata sui banchi di scuola.
Sono uno che scrive, per la gente dovrei conoscere i soliti classici a menadito.
Invece, a parte qualche rara, adorata eccezione, sono sempre riuscito ad evitare di leggerli.
Rifiuto a priori? No, molto più semplicemente ho una naturale antipatia per tutto ciò che tende ad appiattire, ed è sventuratamente logico (una logica sotterranea, non per questo inesistente) che alle masse scolastiche venga propinato proprio l’appiattimento. Amo la diversità, figlia e madre della Vita. Così mi capitava di divorare letteralmente certe parti delle antologie che normalmente venivano ignorate dai prof.
Insomma, la mia natura è sempre stata quella di andare oltre regole e consuetudini. E dire che non ho mai fatto salina in vita mia!
Però, per parecchio tempo, ho preso 3 su temi che la penna della prof nemmeno sfiorava.
Non le piacevano le mie idee, tutto qui. “Sei troppo individualista” mi diceva.
Sono come sono – testardo come un somaro – e va bene così, perché non se ne può più di dover arrivare a quarant’anni per scoprire che Pitagora non ideò solo un teorema del kaiser, ma una corrente di pensiero profonda, articolata, entusiasmante! Sapete cosa disse Pitagora, l’inventore di quella matematica che ci sciroppano sui banchi di scuola e sulla quale si regge l’universo finanziario che ci sta strangolando? Disse che in un cesto di frutta non può esistere una mela perfettamente uguale all’altra, e che perciò contare è un’illusione, in quanto esiste solo L’UNITA’.
Non ha niente a che fare con i giornali di sinistra, ‘sta cosa: era un modo semplice ed efficace di farci capire che ognuno di noi è una creatura minuscola ma anche insostituibile, unica.
Questo nelle nostre scuole non ce lo insegnano mica…
E DOVREBBE ESSERE LA PRIMA COSA, INVECE!
Rimango sempre stupefatto di fronte a certe affermazioni: si parla dell’analfabetismo come se fosse la scabbia. Credo che la maggior parte delle volte quando si sa leggere, scrivere e far di conto, molte altre cose non servano mica tanto. Cosa è rimasto delle nozioni che ci hanno inculcato, in fondo? Qualche barlume, almeno nel mio caso. Tutto il resto me lo sono conquistato da solo. E se poi ci vengono a dire che la scuola dell’obbligo verrà prolungata di 5 anni perché i nostri studenti sono i più somari d’Europa, visto che dopo otto anni di lezione non sanno fare nemmeno due al quadrato, ‘fanc… la scuola e chi ci costringe a sprecare il nostro tempo prezioso in una farsa che d’ora in poi durerà la bellezza di 13 anni (avete fatto un pensierino su quanto aumenteranno gli introiti di talune case editrici di libri scolastici? Ma forse la cosa non è intenzionale!)
E’ vero, la massa va guidata e pochi ci andrebbero, a scuola, se non ce ne fosse l’obbligo. A parte il fatto che di questa cosa non sono assolutamente convinto, mi spiegate perché dovrei mandare i miei figli a imparare a parlare un italiano penoso e, quel che è peggio, a ragionare con i piedi invece che con la testa?
Orsù, signori, parliamoci chiaro! Ci sono delle persone fantastiche, umanamente eccelse sulle nostre cattedre, ma… quante sono? E fino a qual punto vengono lasciate libere d’inoculare la propria personalità nelle affermazioni e nelle modalità d’insegnamento che sono costrette ad adottare e a subire? Sapete che la persona più umana e completa che abbia avuto il piacere di avere come insegnante è stata allontanata dall’insegnamento dopo un solo anno di lezioni?
Questa cosa non mi piace, non mi piace che una persona sia costretta a recarsi tutti i SS. giorni in un luogo invece che in un altro a farsi fare il lavaggio, il risciacquo e la centrifuga al cervello. Perché è sempre più probabile che i nostri figli saranno persone che baseranno la propria esistenza sul nozionismo e sulla creduloneria, invece che su una vivace intelligenza? Perché chi usa la testa a modo proprio è una presenza scomoda, ecco perché! I programmi… lo dice la parola stessa: E’ TUTTO PROGRAMMATO. Ci resta da capire questo: IN FUNZIONE DI COSA?
Veramente siete disposti a credere che la riforma verrà attuata perché in Italia siamo i più somari d’Europa? Che chi ci governa pensa al nostro futuro di lavoratori competenti e soddisfatti?
Mi autocensuro, è meglio, e mi consolo se penso che noi italiani siamo pur sempre i più creativi, in questa Europa che non premierà certo la nostra lealtà (verso chi, ve lo siete mai chiesto?) Leggete piuttosto cos’è l’Europa unita secondo una certa corrente di pensiero, seguite questo link.
Vogliono imbrigliarci facendoci affezionare al più sordido senso dell’onore, talmente costretti fra guerre, faziosità, sfide e rivendicazioni idiote da non ricordare nemmeno più cosa amiamo veramente.
Non voglio mandare i miei figli in una scuola fino alla veneranda età di diciotto anni! O per lo meno non voglio mandarli in un luogo nel quale l’unica cosa che viene loro insegnata è: essere delle persone qualunque, ignoranti, estranee a se stesse, prive del proprio passato e del proprio presente. Cosa ci stiamo a fare, noi genitori? Un attimo d’idillio, mille pannolini puzzolenti e via?
Volete una proposta veramente idiota? I soldi che ci vorrebbero per prolungare l’obbligo di 5 anni diamoli ai nonni dei nostri figli, ovvero i migliori depositari dell’autentica, sana, unica vera cultura. E i nostri figli, quando andremo a sudare sette camicie per poter sopravvivere senza vivere, lasciamoli con loro, invece di abbandonarli anche il pomeriggio fra le grinfie di Pokemon e programmi vari.
Nella storia è sempre stato così e tutto sommato, nonostante una certa lentezza evolutiva (ma dove stiamo fuggendo così di fretta? E da chi? Forse da noi stessi?), non è poi andata malaccio. Quello che verrà in quest’era della comunicazione (puah… ci prendono per i fondelli anche con una semplice parola), volenti o nolenti, consapevoli o letteralmente rimbecilliti di chiacchiere e pubblicità, dipenderà solo da noi.
So che questa mia visione può apparire utopistica o letteralmente fuori di testa; posso anche essere pazzo, ma non ci vuole certo uno scienziato per intuire che qualcosa non va, che occorre provocare un mutamento lento ma globale alla radice del problema: la nostra società e, alla sua fonte, il nostro modo di non pensare. Altrimenti rischiamo che, in un giorno non lontano, l’utopia sarà la vita stessa.
Avete visto Dante’s Peak: la furia della montagna? Ricordate l’esempio della rana? Più o meno funzionava così: se immergete una rana in acqua bollente essa salterà via, ma se la lasciate nell’acqua fredda, e l’acqua la riscaldate piano piano, si ritroverà bollita viva senza farci caso.
Meditate gente, meditate!
Voglio nutrire i miei figli con il meglio di quello che riesco ad essere, non con valori studiati a tavolino per costringerli a conformarsi a un sistema che ci vuole tutti in ginocchio.
Credete che ce l’abbia con i prof? Nemmeno per idea! Come tutti, stanno dando quello che possono… Solo che la maggior parte delle volte anche loro sono cresciuti in una scuola tradizionale nella quale solo le personalità veramente anomale hanno ancora una possibilità di rimanere a galla. Non per bravura, ma perché sono imprevedibili e quindi difficilmente controllabili nella fase dello sviluppo… per fortuna!
TUTTI stiamo facendo del nostro meglio per reggere il passo di questa realtà non più naturale. Ma dove stiamo andando ve lo siete mai chiesto? E, se l’avete fatto, vi siete dati una risposta vostra o vi siete fidati delle certezze dei sapientoni? La moderna gogna, ogni giorno, si stringe di poco intorno al nostro gargarozzo. Di pochissimo… ma mezzo millimetro al giorno in un mese fa un centimetro e mezzo, e per il nostro collo questo è certo una differenza!
Non ce l’ho con la scuola, signori! Ce l’ho con chi non vuol capire che ognuno, nel proprio piccolo, può fare miracoli. Intanto state leggendo queste mie pazzie: per partorirle è bastata un’oretta davanti al monitor, non c’è voluto poi tanto.
Non le condividete? Fa lo stesso, non pretendo certo di costringere qualcuno a pensarla come me (avete mai capito, invece, a quante coercizioni, palesi e dissimulate, siete sottoposti?)
Invece le condividete? Allora forse siete desiderosi di fare qualcosa? E’ semplicissimo: basta parlare, seminare i valori nei quali credete. Quando vi alzerete dalla sedia, guardatevi intorno, chiedetevi quale effettivamente sia il vostro potere su ciò che vi circonda. Potreste scoprire che è ben maggiore di quanto pensiate, e che è questo che spinge le guide a controllare la nostra mente in ogni modo possibile.
Uno sguardo negli occhi di qualcuno, magari unito a poche sincere parole, è molto più efficace di mille patimenti silenziosi. Soprattutto con i bambini, aggiungerei.
Pensateci!
Credete che Matrix sia solo un parto della fantasia? Guardate “Essi vivono”, vecchissimo polpettone di John Carpenter, o leggete il mio ChiaraLuna [che tra l’altro (modestamente, hehe!) è stato scritto nel ’93, molto prima dell’uscita di Matrix].
Non sono certo il primo, né sarò l’ultimo a essere considerato un pazzo asociale. Fate pure, ci sono abituato; ma, per carità, riprendete possesso della vostra vita. In qualunque modo lo riteniate opportuno, decidete con la vostra testa.
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