Il mio istinto, questo sconosciuto
Sesso fra scienza e tabù
Anno di pubblicazione: 2000 – © di Francesco Pandolfi Balbi
Se c’è un argomento del quale più o meno tutti parlano con piacere, questo è il sesso.
A volte, discutendo con gli amici dei miei istinti, mi capita di fare dei confronti comportamentali fra il maschio umano che vive in questa società e l’ariete che studia, un po’ in disparte, un gregge di pecorelle.
Vengo osservato con sorpresa, quasi che abbia detto una bestemmia, poi mi sento dire: Ah… Perché, ti ritieni così animale?
Non mi ritengo un animale… io SONO un animale, come tutti i miei simili, come te. Siamo classificati scientificamente come Homo Sapiens Sapiens.
Non so se sia vero che discendiamo dalla scimmia, ma una cosa è certa: il nostro cervello è composto di strati e il più profondo, il più antico, è quello che viene comunemente definito cervello rettile. E’ lui il responsabile dei nostri istinti e di molte altre funzioni essenziali per la perpetuazione della nostra razza. In effetti, se non ci fosse l’impulso sessuale, nessuno di noi esisterebbe.
La natura sa bene il fatto suo; più la si conosce a fondo, meglio è possibile capire e spiegare ciò che succede dentro e intorno a noi.
L’istinto sessuale dell’uomo si differenzia pochissimo da quello della maggior parte degli altri mammiferi. Forse l’elemento che in qualche modo ci rende davvero unici è questo: abbiamo dimenticato chi siamo, ci crediamo separati dalla natura e viviamo poco serenamente il rapporto con gli altri componenti di questa enorme famiglia.
Stiamo cercando l’origine dei guai nostri e del pianeta? Personalmente non ho dubbi: è proprio questa. Una razza che non ricorda più chi sia e dove vada, che non riesce a riconoscere il proprio ruolo all’interno di un ecosistema, è sottoposta a uno stress fortissimo che genera disorientamento in misura sempre maggiore.
Un rimedio a questa vera e propria escalation esiste, ma può essere affrontato esclusivamente nella nostra individualità. In altre parole: da soli, nel silenzio dei nostri pensieri, facendo ordine con serenità ed equilibrio dentro di noi.
Se cominceremo a pensare a noi stessi come al risultato più alto di un’evoluzione naturale maturata nel corso dei millenni, se accetteremo ogni nostro impulso vivendolo con serenità invece che con angoscia e disorientamento, piano piano torneremo al posto che ci compete da sempre: quello di tutori responsabili e devoti al proprio regno, la Terra nella sua interezza.
C’è da superare lo scoglio del potere, quella forza nascosta che ci spinge da sempre a considerare noi stessi come un’accozzaglia di errori comportamentali.
Più si riesce a rendere gli individui di una comunità disorientati, in lotta contro se stessi, meglio è possibile governarli. E’ la tattica del diversivo: ti fornisco un problema immaginario e mentre lo affronti faccio di te quello che voglio.
Di questi problemi immaginari ne abbiamo a iosa.
Facciamo pulizia, allora! Fidiamoci del nostro percepire, facciamo sì che la nostra evoluzione possa proseguire in un pianeta più armonioso.
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