Dragon Ball, un “solito” davvero poco comune
Anche un cartone può insegnare
Anno di pubblicazione: 2000 – © di Francesco Pandolfi Balbi
Akira Toriyama, l’ideatore della fortunatissima serie di cartoni, ha già fatto un mucchio di soldi utilizzando una ricetta collaudatissima: esseri strani, bambini prodigio adorati dai genitori, la lotta fra il bene e il male. Apparentemente all’orizzonte non c’è niente di nuovo.
Eppure il fenomeno “Dragon Ball” attinge a ben altri valori più nascosti ed è questa, secondo me, la vera chiave di volta del suo successo travolgente.
Non siamo certo di fronte a un risultato che deriva esclusivamente da una manovra pubblicitaria ben congeniata come quella che lo scorso anno ha messo in crisi la vita genitoriale, quando la mania sdolcinata e davvero poco comprensibile dei Pòkemon dilagò fra i bambini di tutto il mondo.
Questa volta c’è molto di più: una risposta a esigenze autentiche come quella dell’enorme bisogno di approvazione della tenera età e – perché no? – anche di quella più avanzata.
Io stesso non perdo mai l’appuntamento delle 13,45 su Italia 1: il mio pasto frugale va giù molto meglio che guardando le schifezze del telegiornale.
Diciamoci la verità: siamo tutti un po’ bambini. Vedere Gohan che eccelle dove suo padre ha fallito ci dà una sensazione di trionfo e, insieme, di magica speranza.
Scommetto che Akira Toriyama questo lo sa bene, ci gioca su come il gatto col topo; ma il messaggio che guida le sue avventure, benché basato su un dualismo bene-male davvero poco edificante (ma ingrediente necessario per la buona riuscita della ricetta), è nascosto alla vista degli occhi, ma non a quella del nostro universo interiore.
Osservare una stirpe di guerrieri che debbono la propria forza non tanto ai muscoli, ma alla loro capacità di collegarsi e di armonizzare con l’energia che regge l’universo e ne regola il funzionamento, è senz’altro una novità in un cartone animato per bambini. Qui sta, a mio avviso, la carta vincente di “Dragon Ball” e, insieme, il suo grande vanto.
Per la prima volta (che io sappia, almeno) ci si rivolge all’essere umano nel suo momento di maggiore fertile duttilità seminando in lui – attraverso le immagini forti, anche se un po’ lente, di un combattimento – un’idea, un’ipotesi…
L’idea di un campo energetico già noto da millenni (oggi schernito e temuto) come “aura”; l’idea che tutti gli esseri viventi sono immersi in un infinito mare di energia intelligente; l’idea che, se la vita viene affrontata con volontà e fiducia, una presenza che esiste oltre l’apparente povertà del mondo terreno ci donerà a iosa libertà, potere e forza se rispetteremo un’unica condizione: vivere per difendere la vita e la giustizia.
Questi valori fanno sorridere chi si è arreso, ma la loro grandezza è ancora intatta e raggiungibilissima da chi ascolta “la voce che sussurra”, quella dell’intelligenza che suggerisce senza mai costringere.
Dragon Ball è un fenomeno nuovo, splendido esempio di un connubio ancora e sempre possibile: quello fra successo e verità.
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