Creare? Forse si può
Vaneggiamenti sulla ragione della nostra vita
Anno di pubblicazione: 2000 – © di Francesco Pandolfi Balbi
Qual è il segreto del creare? Esistono dei meccanismi che è possibile conoscere e, se la risposta è sì, di quali si tratta?
Io uso il termine “polarizzazione”, l’atto con il quale diamo una forma o uno scopo all’energia che semplicemente “è”.
Materia, luce, emanazioni d’ogni genere, suoni, oggetti in movimento… sono tutte facce della stessa essenza, come la nostra anima – io credo – insieme a tutte le sue emanazioni (emozioni, idee, concetti, passioni, amore, negatività, ecc.) Solo che, pur non ricordandolo, siamo anche dei creatori… i semidei della mitologia d’ogni tempo. Nel ristretto campo delle nostre conoscenze siamo gli unici che abbiano il potere di scegliere e, quindi, di creare.
Creare cosa? Tutto! Siamo padroni di tutto.
E’ difficile arrendersi all’idea. Sostengo quest’argomento con una domanda: chi, nella nostra vita, interpreta ciò che viene filtrato dai nostri sensi? (per favore, rispondetevi.)
Mi spiego meglio: se osservo un albero e lo vedo verde, non c’è niente di strano. Ma chi mi dice che il verde che vedo io non sia il giallo che vede Mario o l’intero resto del mondo? Nessuno potrà MAI dirmelo!!!
Allora che faccio? Cerco di risolvere il problema? Passerà tutta la mia vita, ma il quesito non avrà ancora trovato risposta… perché semplicemente non esiste. Allora scoprirò d’essere un vecchio idiota, perché invece di vivere la vita ho solo voluto pontificare spiegandola agli altri.
Non è che a noi sia capitata l’immensa sfiga di essere gli unici mostri, condannati all’uso del raziocinio, apparsi per disgrazia sulla faccia di questo pianeta. Arrendiamoci a quest’idea: siamo normalissimi, adorabili, disgraziatissimi esseri umani.
Ora mi dico: se sono normale, e se credo nella giustizia della vita e dell’ordine cosmico, allora nella mia normalità, nel mio isolamento apparente, nell’opinabilità del mio interpretare i segnali che mi vengono da occhi, orecchie, mente, ecc, allora in tutto questo c’è bellezza, c’è giustizia, c’è il seme dell’intelligenza cosmica – e non quello d’una cosmica presa per i fondelli.
Chi vuol farsi le solite “svolazzate” mentali può a questo punto dilettarsi coi discorsi a proposito dei limiti della libertà individuale, discorsi nei quali compaiono liberi terroristi e casuali disgraziati. Faccio un esempio classico: “Si, ma se un terrorista ti ammazza la moglie tu lo rispetti? Ha fatto bene?” sorrisino di superiorità…
Ragazzi, questa roba non fa più per noi. Ormai siamo in molti a sapere che ci succede solo quello che ci deve succedere, punto e basta.
Credo che la nostra percezione del mondo ne crei dentro di noi una copia filtrata. È di quella copia che siamo i principi indiscussi. Ergo: siamo i padroni del nostro mondo, cioè del mondo come noi lo vediamo, cioè dell’unico mondo nel quale ci è stato possibile vivere e nel quale vivremo per un bel pezzo ancora.
Parliamoci chiaro: esisterà pure un’oggettività, ma noi non potremo mai percepirla, e di farlo non ce ne frega proprio un accidente.
Lasciamo questo compito a chi vi dedica la vita, ma questo qualcuno non venga mai a dimostrarmi qualcosa. Il fatto è che l’atto di vivere in questo nostro mondo interiore – ripeto: l’unico naturalmente possibile – genera automaticamente degli elementi che, se fin qui vi ho convinto, credo sarete costretti, volenti o nolenti, ad accettare. Sto parlando della LIBERTÀ e del POTERE DI SCEGLIERE.
Per carità, non dite in giro queste parole: LIBERTÀ, POTERE DI SCEGLIERE! Non sta bene, è anacronistico, è utopistico, è sovversivo, è antisociale, è una bestemmia! La Chiesa s’è presa la briga nientepopòdimeno che di stravolgere il senso del fatidico morso della mela (il primo dogma, il PECCATO ORIGINALE) per mettersi con le spalle al sicuro… e per mettere in gabbia noi!
In effetti, se l’Uomo fosse ancora una bestia o giù di lì, Santa Madre Immobilità, allo scopo di mantenere l’ordine sociale, avrebbe validi motivi per continuare su questa linea. Ma in una situazione fluida come quella nella quale viviamo non c’è più alcun ordine da mantenere.
Il genere umano – questa è la novità – s’è evoluto e tutto, adesso, si riduce all’opporsi di “masse critiche” contrastanti: l’una vive per fare casino e ne ha il pieno potere; l’altra è più lenta ad agire, opera in sordina, ma ha alle spalle un universo intero che sogna e genera ordine.
Il luminoso castello di Pietro, ormai, crolla… muore d’una lenta agonia.
LA LIBERTÀ, IL POTERE DI SCEGLIERE… Di tutto questo ho un riscontro reale nella vita di tutti i giorni: com’è che queste cose sto imparando a scoprirle e… FUNZIONANO? E mi fanno stare BENE? E mi fanno fare felici le persone che incontro? E mi fanno sentire sulla mia strada come una palla di moschetto sparata a due chilometri di distanza? E mi fanno sentire, finalmente dopo decenni, grande, uomo, maschio, tenero, acuto, libero, gioioso e felice?
È proprio un mistero, ma nel mio piccolo lo sto svelando e ciò, purtroppo e per fortuna, vale solo per me.
Potrei scrivere mille libri… ma nella mia vita, nel MIO mondo, ci sono solo IO.
Queste sono le classiche cose che le capisce solo chi le vive, ma provo lo stesso a spargere quel seme personale proprio di ognuno di noi perché, chissà, magari una di queste frasi potrà essere utile a qualcuno.
Me lo auguro di cuore perché ragazzi, ragazze, sono felice e sono sulla mia strada. Chi è in questo stato può finalmente riconoscere il volto autentico del mondo e vivere sino in fondo la grande gioia di appartenervi.
Sì. Il mondo, da sempre, non desidera altro che svelarsi a noi, riempirci di doni, carezzarci, salutarci al nostro passaggio per mezzo di alberi e persone e cespugli e fili e tralicci della luce, farci sentire a casa, farci sentire sempre al nostro posto, cellule insostituibili del grande organismo. Questa nostra realtà è piccola, minuscola, ma anche unica e perciò immensa, potente, libera. Siamo dei che crescono continuamente e creano col desiderio qualcosa di necessario per il mondo del quale fanno parte.
Questo processo agisce nel nostro mondo interiore e, non so come, s’imprime anche su quello fisico e lo modifica per noi.
Mi spiego. Credo che in qualche modo siamo tornati a uno dei quesiti più in voga di questi tempi nei circoli scientifici: l’amore e l’energia sono la stessa cosa?
Secondo me non lo sono. Secondo me l’amore è un tipo d’energia, o meglio è energia alla quale è stato dato un DNA, una forma, uno scopo, una caratteristica.
L’energia, per come la sento io, semplicemente “è”. L’amore è energia trasformata dal nostro POTERE DI SCEGLIERE il mondo nel quale vogliamo vivere, il nostro futuro.
Si potrebbe dire che il nostro pensiero che sceglie e quindi immagina è l’elemento maschile che feconda l’energia nel nostro mondo interiore, dandole una forma e una caratteristica. Amore e odio, fortuna e sfortuna, tutte le vie personali nascono da questo elemento d’origine.
Ma c’è di più: in questo luogo tutto nostro, quest’energia, se opportunamente gestita, può anche acquistare una consistenza più terrena incontrando la semi-materia contenuta nelle nostre idee e nei nostri desideri: da energia pura e ideale scende, si materializza in qualcosa di più concreto e va a manifestarsi anche a livello del mondo fisico oggettivo. Ecco che, sintetizzando tutto questo guazzabuglio, i veri problemi secondo me sono semplicemente due:
– riuscire a sentirci liberi d’esercitare il nostro potere di scelta;
– studiare e migliorare i nostri meccanismi di “creazione”.
Tutto qui. So che non è facile e che qualcuno mi considererà realmente da manicomio. Non fa niente; se volessi fidarmi solo della ragione, di pazzi da manicomio ne vedrei tutti i giorni in abbondanza. Invece il mio mondo personale adesso è meraviglioso, la vita sta diventando velocemente come l’ho sempre desiderata.
La ricetta per fare come dico non la conosco. Mi dispiace, credo che ognuno debba trovare la sua, ma datemi solo un segno, fatemi capire che sono servito alla crescita di qualcuno e mi farete felice.
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