Attenzione alle associazioni alimentari

Non sempre per dimagrire è necessario mangiare poco

Anno di pubblicazione: 2000 – © di Francesco Pandolfi

Perché, invece di fare la dieta, non mangiare tutto ciò che ci pare?
Perché s’ingrassa, direte voi.
E’ ovvio, se immagazziniamo più calorie di quante ne consumiamo, inevitabilmente il problema emergerà.

Tuttavia esistono molti altri fattori, spesso poco conosciuti, che possono incidere favorevolmente o perniciosamente sia sul peso che sulla facilità di digestione di un essere umano.
Per esempio: sai qual’è uno dei nostri nemici più acerrimi?

Ahimé, il cappuccino!
Il latte, infatti, pur essendo un alimento sano e ricchissimo di vitamine, dev’essere digerito da solo. Se lo mettiamo insieme al caffè, altra sostanza scorbutica e individualista, facciamo un patatrack.

Lo stesso vale per il panino con prosciutto e formaggio: nello stomaco il formaggio muta, si stratifica intorno alla carne e ne ostacola la digestione.

E poi, il dolcetto a fine pasto? Niente di più deleterio! Gli zuccheri vengono digeriti nell’intestino, se li mangiamo dopo qualsiasi altra cosa rimangono nello stomaco, fermentano e fanno un… disastro. Se vogliamo mangiare il dolce possiamo farlo senza danni poco prima dell’inizio del pasto o a merenda (senza il latte, però, magari accompagnandolo con vino o un liquore).

Altri problemi potrebbe darceli il pane se ingerito insieme alla carne. La regola d’oro, infatti, è: mai mischiare i carboidrati con le proteine.

Per ultima… l’acqua, fonte della nostra vita. Benissimo da sola per tutto l’arco della giornata, ma poca durante i pasti perché diluisce i succhi gastrici riducendone l’efficacia. In media bisognerebbe berne un litro al giorno ogni 25 – 30 chili di peso corporeo.

Queste le brutte notizie.

Adesso quelle belle. Facciamo un tentativo, per due o tre giorni tagliamo la testa al toro: proviamo a mangiare una sola cosa per ogni pasto (non la testa del toro…) Qualunque essa sia, le cose cambieranno.
E’ già un buon inizio, vero?

Ovviamente non dovrà trattarsi di cibi composti (ad esempio: un semplice risotto con tonno, olive, melanzane, peperoni, uova, marmellata e via dicendo), né di alimenti che già ci danno problemi.

Attendiamo tre o quattro giorni per conoscere i risultati di questa strategia, poi cominciamo con i tentativi: sempre una cosa per pasto, proviamo di tutto,sfamiamoci, teniamo d’occhio la nostra digestione e lo stato fisico in generale. Con un po’ di pazienza potremo poi cominciare ad associare due tipi d’alimento e stare a vedere cosa succede.

Attenzione, però: dobbiamo tenere in considerazione che siamo più o meno tutti intossicati dall’eccessiva assunzione di cibi dei quali ignoriamo la potenziale dannosità. In linea di massima si tratta delle solanacee (pomodori, peperoni, patate e melanzane; contengono solanina, una sostanza tossica) e del lievito di birra (lo troviamo nel pane, nella pizza, nella piadina).
Ma questi sono altri problemi.

L’associazione di cibo favorevole per eccellenza? La carne con le verdure.

Per saperne di più andate da un buon libraio, saprà consigliarvi.

Buon appetito!

Francesco Pandolfi Balbi
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