Droga: istruzioni per il non uso

Tante domande, qualche risposta

Anno di pubblicazione: 2000 – © di Francesco Pandolfi Balbi

Mi è capitato fra le mani un libricino di una ventina di pagine che illustra le diverse tipologie di droghe e i modi in cui queste influenzano e danneggiano la mente.

Ora, non posso proprio dire di essere il maggiore esperto del settore, quindi mi affiderò alle parole semplicistiche e alquanto lacunose di quella pubblicazione per parlare un po’ di questo argomento spinoso sul quale molti, come me, sono completamente ignoranti. E’ comunque un inizio…

L’unica cosa che vorrei dire a titolo personale è che mi sembra un po’ idiota andare a cercare l’evasione utilizzando artificiosamente queste sostanze, quando invece esistono delle tecniche di rilassamento che permettono la sperimentazione di veri e propri viaggi nella fantasia che regalano, senza nulla chiedere in cambio in termini di salute fisica e mentale, delle fortissime emozioni e, facendo poi un po’ di attenzione, una maggiore consapevolezza da poter utilizzare nella vita di tutti i giorni.

Detto questo, facciamoci un po’ le ossa (gli “esperti” rideranno, ma anche noi ignoranti abbiamo bisogno d’imparare!)

Dice il libretto che tutte le droghe provocano effetti diversi a seconda del dosaggio. Assumendone piccole quantità fanno da stimolanti; aumentando la dose agiscono da sedativi e poi da veri e propri veleni. Questa caratteristica, fatte poche eccezioni, riguarda un po’ tutte le sostanze di questo tipo.

Se qualche santarello dovesse pensare di giudicare i “ragazzacci” che fumano l’erba o si bucano, dovrebbe anche tener conto del fatto che, molto probabilmente, anche lui stesso si droga senza saperlo. Il caffè, infatti, è in piena regola una di queste sostanze e se, per ipotesi, se ne bevessero un centinaio di tazzine, si andrebbe all’altro mondo mentre, con “appena” una decina, otterremmo un effetto sedativo.

Solamente con due-tre tazzine al giorno avremmo quello che tutti cercano: l’effetto stimolante.

Come in tutti i casi, tuttavia, ogni regola prevede un’eccezione: esistono infatti droghe che “sballano di brutto”. Fra queste possiamo annoverare la “maria”, l’ero, le anfetamine, la coca, il metadone, l’ecstasy e altre ancora (immagino adesso i bevitori accaniti di caffè esclamare: “Allora non sono un volgare drogato!” No, non lo sei, ma non preferiresti sentirti in forma senza bisogno della tua tazzina?)

Qual’è l’effetto comune a tutte le droghe? La fuga dal presente, la dissociazione, la deformazione del ricordo.

Di norma ogni cosa da noi percepita attraverso i sensi viene automaticamente registrata sotto forma di immagine dalla nostra mente, che ne tiene una traccia temporale (traccia del tempo). Le droghe, oltre a produrre allucinazioni e sensazioni varie, confondono questa traccia e ci fanno ricordare un avvenimento accaduto magari tre mesi fa come se lo avessimo vissuto da un minuto. L’effetto è un caos totale, ossia un rimescolamento casuale di esperienze vissute miste a fantasie. Inizialmente ciò accade durante lo “sballo”, ma con l’andare del tempo questo modo di percepire deformato assume il controllo di tutti i momenti dell’esistenza.

E’ forse questo, in realtà, l’effetto più desiderato delle droghe. Chi ne fa uso, infatti, intende fuggire da una realtà vissuta con sofferenza. Va da sé, quindi, che nel tentativo di cura si debba pensare alla causa, oltre che alle conseguenze. In altre parole occorre, come sempre, individuare e risolvere il problema che ha determinato il ricorso all’allucinogeno.

Quali sono i campanelli d’allarme che dobbiamo imparare a riconoscere? In genere la persona che fa uso di droga non dà più importanza alla propria immagine, comincia ad avere lo sguardo perso, tende a essere assente, fa discorsi sconnessi e non si cura di quanto accade. Isolata nel proprio “tempo”, perde ogni interesse o senso di responsabilità, tace o se la prende con tutti, soffre d’insonnia per poi cadere improvvisamente in un sonno lungo e profondissimo. Non manifesta emozioni se non che in modo esplosivo e può giungere alla crudeltà più estrema.

Ma vediamo, più nello specifico, i diversi tipi di droghe e gli effetti che procurano.

Abbiamo l’hascisc e la marijuana, le più diffuse perché considerate “leggere” (sono quelle che si fumano). Oltre agli effetti sopra elencati, comuni a tutte, quando si è sotto il loro effetto fanno svanire la timidezza, disinibiscono, fanno sì che chi ne fa uso faccia cose mai fatte e dica cose mai dette. Quando la loro influenza svanisce il cambiamento di personalità appare profondo quanto la stanchezza, il pallore, il sorriso “ebete”, la vacuità dei discorsi, il rossore e la lucidità degli occhi e la perdita d’interesse nei confronti delle cose della vita. Chi “fuma” è poi goloso di dolci, ma ha un appetito scarsissimo.

Le anfetamine, ben più potenti, producono inizialmente un senso di vigore, di benessere e di sicurezza, ma poi privano del sonno e, a lungo andare, producono paranoie, allucinazioni, irritabilità, depressione, paurosi sbalzi d’umore. Effetti fisici: tremore delle mani, cute sudata, ipermotilità, gesti ripetitivi, inappetenza, occhi lucidissimi e quasi spiritati, labbra e lingua molto pallidi, bocca sempre in movimento come se si masticasse, eloquio continuo, insonnia.

La cocaina produce effetti simili a quelli delle anfetamine, ma più potenti. Fortissimo eccitante, dà sensazione di essere forti, indistruttibili, belli e al centro del mondo.Gli effetti collaterali sono anch’essi simili a quelli delle anfetamine.

L’eroina è un derivato della morfina, creato in origine per curare le crisi di astinenza, appunto, da morfina. Questa sostanza ha un effetto sedativo e produce assuefazione: per sentirne gli effetti occorre accrescerne la dose in continuazione, tanto che può uccidere una persona anche nel giro di poche settimane. Chi ne fa uso perde ogni tipo di valore morale, etico e di rispetto nei confronti di se stesso e del prossimo. Altri sintomi: pupille “a spillo”, occhi molto lucidi, prurito costante, sonnolenza, inappetenza (dimagrimento “a vista d’occhio”), sete, vomito.

Il metadone è un oppiaceo sintetico come la morfina e l’eroina, inventato per curare gli eroinomani ma peggiore e di nessuna utilità curativa. Provoca una pesantissima dipendenza, seri danni fisici, depressione e gonfiore, oltre agli effetti classici dell’eroina.

L’ecstasy è un vecchio farmaco (cominciano a essere un po’ troppi, no? Chissà perché?!) Stimola enormemente, tanto da somigliare alla cocaina. Produce insonnia, aggressività, inquietudine, deliri d’onnipotenza. Un giretto in discoteca e toccheremo con mano.

Diamo fiducia ai nostri ragazzi, però! Non è peggiorando la loro condizione psichica che li aiuteremo, soprattutto perché molto spesso la causa delle loro pazzie va ricercata proprio nel rapporto che hanno con le figure più importanti della loro vita: i genitori.

Un’analisi onesta di ciò che stiamo dando loro, e di quanto abbiamo fatto in passato, non potrà che produrre risultati favorevoli. Sarà pure necessaria una buona dose di umiltà e di autocritica, all’inizio sarà veramente difficile… ma amare davvero significa dare il meglio di se (non certo del portafogli) senza nulla pretendere in cambio.

Francesco Pandolfi Balbi
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